Treccani inserisce «architetta», «notaia», «medica» e «soldata»
Nuova edizione promotrice della parità di genere per la Treccani. Tra i neologismi smart working, lockdown, reddito di cittadinanza, rider e terrapiattismo. Soldata, architetta, notaia, medica e chirurga.
Treccani presenta il primo «Dizionario della lingua italiana» che lemmatizza anche le forme femminili di nomi e aggettivi tradizionalmente registrati solo al maschile.
L’Istituto della Enciclopedia Italiana abbandona così il «vocabolariese», per fare la «cronaca» di una lingua in continua evoluzione, si fa promotore di inclusività e parità di genere e al tempo stesso riconosce tra i neologismi distanziamento sociale, lockdown, smart-working, dad, infodemia, lavoro agile, reddito di cittadinanza, rider, termoscanner, terrapiattismo e transfobia.
Quello di Treccani sarà il primo vocabolario a non presentare le voci privilegiando il genere maschile, ma scegliendo di registrare anche aggettivi e nomi femminili. Insomma, un «progetto ambizioso e rivoluzionario» nella storia plurisecolare della lessicografia che vuole «testimoniare i cambiamenti socio-culturali del nostro Paese» e riconoscere «nuove sfumature, definizioni e accezioni in grado di rappresentare e raccontare al meglio la realtà e l’attualità». Una rivoluzione che «fissa su carta l’urgenza di un cambiamento che promuova l’inclusività e la parità di genere, a partire dalla lingua».
La sorpresa iniziale per chi apre il vocabolario riguarderà gli aggettivi. Cercando «bello» o «adatto», per esempio, si troverà in grassetto, anche la sua forma femminile. E, grazie all’ordine alfabetico, si troverà «bella, bello»; «adatta, adatto». E per la prima volta vedremo registrati dei nomi identificativi di professioni che, per tradizione androcentrica, finora non avevano un’autonomia lessicale: notaia, chirurga, medica, soldata.
E per contribuire a eliminare gli stereotipi di genere – la donna stira e cucina, l’uomo va a lavoro e legge il giornale – il dizionario propone nuovi esempi di utilizzo delle parole e ed evidenzia il carattere offensivo di tutti i modi di dire che possono essere lesivi della dignità personale. La maggior parte degli esempi sono tratti dall’uso reale della lingua e contemporaneamente sono stati ridotti quelli da «italiano in provetta» fondati su frasi artefatte. Per tutti i nuovi esempi ci si è basati su materiali tratti da internet, giornali, blog, documenti, libri, commenti (rivisti e corretti) sui social. Il lavoro di aggiornamento della lingua italiana è portato avanti da oltre un secolo dall’Osservatorio di Treccani.
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